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Il Palermo e le rimonte ‘impossibili’, quando un gol subito diventa un macigno

È passato troppo tempo dall’ultima vera rimonta del Palermo. Bisogna tornare al 26 dicembre 2023, giorno del 3-2 sulla Cremonese, per trovare l’ultimo episodio in cui i rosanero riuscirono a ribaltare una gara. Un dato che va oltre la semplice statistica e racconta la parabola di una squadra che, negli ultimi tre anni, più volte ha smarrito compattezza nei momenti di difficoltà e si è mostrata incapace di reagire come gruppo quando la partita prende una piega sfavorevole.

Difficoltà nel reagire

Le recenti sconfitte contro Catanzaro e Juve Stabia lo hanno evidenziato con chiarezza. In entrambe le gare, il Palermo non è mai riuscito a creare i presupposti per rendersi davvero pericoloso dopo essere passato in svantaggio, apparendo sterile nella metà campo avversaria e privo della lucidità necessaria per colpire. Non si è trattato di un problema fisico – la squadra sia a Catanzaro che a Castellammare ha corso fino alla fine – ma piuttosto mentale, di personalità. Una carenza di idee e di convinzione che finisce per pesare come un macigno proprio nei momenti in cui servirebbe cambiare passo.

A Cesena segnali positivi

Si possono fare paragoni e parallelismi tra due (o tre) stagioni in cui è cambiato tutto, a cominciare dall’allenatore e dai vertici dello staff di supporto? Nemmeno la squadra è la stessa, a Castellammare tra i titolari c’erano Joronen, Bani, Bereszynski, Augello e Palumbo che l’anno scorso non c’erano e sono tutti giocatori di indubbia personalità e con un curriculum di tutto rispetto. Si può parlare di mancanza di personalità con una squadra piena zeppa di veterani? Può essere una giustificazione la cosiddetta “pressione della piazza” o “l’obbligo” di vincere? La risposta istintiva sarebbe una sola: no.

Eppure, non molto tempo fa, i segnali erano ben diversi. A Cesena, lo scorso settembre, il Palermo aveva mostrato un’altra faccia: dopo essere andato sotto di un gol (per la prima volta in stagione), era riuscito a rimettere in piedi la partita grazie alla rete di Bani e a un atteggiamento propositivo fin dai primi minuti della ripresa, salvo poi non riuscire a vincere la gara. Si era vista una squadra viva, capace di reagire e di interpretare il momento con la giusta intensità.

È vero, quella gara si era giocata ancora nel clima di fiducia che oggi si è inevitabilmente affievolito dopo tre sconfitte nelle ultime quattro partite, ma il Palermo aveva lasciato intravedere segnali che nella passata stagione non si erano mai visti, soprattutto in quel primo quarto d’ora del secondo tempo, spesso terreno minato per i rosanero.

La clamorosa inversione di tendenza si è avuta a Catanzaro, nella partita che sulla carta presentava meno rischi perché i padroni di casa, ancora senza vittorie, erano in evidente crisi di fiducia e identità. Ed è quella forse la sconfitta più dolorosa tra le tre ravvicinate, spiegabile soltanto con un approccio presuntuoso alla gara.

Recuperi e cadute dello scorso anno

Nella scorsa stagione, più volte si era evidenziato lo stesso problema. E in più le rimonte subite – come quelle contro Spezia e Cremonese – avevano messo in luce un problema di tenuta mentale e di concentrazione, soprattutto nei secondi tempi, che molto spesso avevano mostrato una squadra distratta e vulnerabile. Allora si parlò di una preparazione atletica non all’altezza e di un ambiente appesantito dai risultati negativi. Oggi, però, lo scenario è diverso: dopo appena dodici giornate, il Palermo di Inzaghi è ancora nelle condizioni di invertire la rotta e di circoscrivere questa crisi di risultati a un fatto fisiologico. Ma il campanello d’allarme non può essere sottovalutato, anzi.

Un campionato in cui la lucidità è decisiva

In Serie B non basta partire forte: servono equilibrio, continuità e la capacità di restare dentro la partita fino al novantesimo. Le gare, spesso, si decidono nei dettagli e nella qualità delle reazioni. E se il Palermo vuole davvero ambire ai piani alti, dovrà ritrovare al più presto quella forza interiore che, solo pochi giorni fa ha, per esempio, mostrato il Modena rimontando due reti al Frosinone allo “Stirpe”.

Su questo lavorerà anche Inzaghi: ritrovare quella spinta, quella energia nei cambi che avevano caratterizzato le prime giornate e che ultimamente sembra essersi affievolita. Le scelte, in questo senso, saranno decisive, anche perché la prossima gara contro l’Entella nasconde più di un’insidia e i rosanero dovranno farsi trovare pronti.

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Fonte: StadioNews24

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Redazione

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