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Palermo champagne, lo Spezia si ubriaca: il miglior attacco… è la difesa. Le pagelle ironiche

L’equazione è semplice. Quando il gioco si fa durissimo, quei due – intendo i vostri cronitifosi – se la danno a gambe e millantano convegni interplanetari in castelli scozzesi con annessa ubriacatura con whisky d’annata. E guarda caso, il Palermo torna alla vittoria. Tirate voi le somme. Se devo proprio fare il loro “panchinaro” chiederò al megadirettore il raddoppio dello stipendio.
Le squadre entrano in campo tra il gelo meteorologico e quello della passione: molti tifosi rinunciano alla settimanale razione di bile. Vedo in campo Mateju, Elia e Soleri e per un attimo fantastico che il Palermo sia tornato al passato, con Corini in panchina e un’altra maglia fantasiosa sulle spalle: invece, un tifoso caritatevole mi spiega che quelli che il Palermo ha scartato sono i pilastri dell’unica squadra imbattuta del campionato, lo Spezia.
Dionisi c’è, con tale e tanto fuoco dentro che indossa una maglia a maniche corte nonostante il freddo pungente: per dare forza alle sue parole, conferma la squadra che non aveva battuto la Sampdoria, quella della “prestazione maiuscola”.
E finalmente ha ragione lui: per oltre mezz’ora il Palermo sembra un incrocio tra il Bayern, il Real Madrid e l’Atalanta. Produce gioco, occasioni da gol e non molla un attimo la presa: il portiere avversario prende tutto e anche di più ma si capisce che oggi la musica è diversa. Non c’è nemmeno bisogno di darsi aiuto con il caffè corretto. E il gol, infatti, arriva con Baniya che esulta come un indemoniato. Verre è un incrocio tra Zidane e Platini, Ranocchia calcia che sembra Pirlo, Segre ha la maschera del miglior Gattuso mentre Henry, purtroppo, ha la maschera di… Henry e non la mette dentro nemmeno con le bombe.
Si va all’intervallo con la solita inquietudine di una possibile rimonta. E difatti il primo quarto d’ora è una sofferenza indicibile, ci vogliono panetti di Xanax per bloccare la tensione di fronte a uno Spezia ritrovato e a un Palermo che fatica a uscire dalla propria metà campo. Anche perché il cambio Henry – Le Douaron non sposta nulla.
Il 2 a 0 su autogol, con Ceccaroni e Baniya ancora protagonisti, è il segnale giusto, stavolta la ruota della fortuna si è messa a girare per il verso giusto. Soleri, applaudito, conferma che non segna se parte da titolare, Mateju ha fatto il Mateju che conoscevamo ed Elia pure. E assaporiamo una domenica felice, stappando finalmente la bottiglia di champagne che stava per andare in scadenza.
Desplanches 6 – Meglio di così non poteva: non subisce gol e può aggiungere qualche “farfalla” alla sua collezione. Entomologo.
Diakité 6,5 – Tira la carretta con l’abnegazione di un mulo, gli si possono perdonare alcuni errori di misura. Carrarmato.
Baniya 8 – Capisce che oggi in difesa c’è poco da fare e si concentra sull’area avversaria. Segna il gol partita e ne sfiora altri due. Goleador.
Nikolaou 6 – Visto che la preoccupazione del gol se la prende Baniya lui resta dietro a trascorrere una domenica di riposo. Rilassato.
Ceccaroni 8 – Vedi Baniya. Ormai ha guadagnato i galloni da titolare e dopo i due assist aggiunge altre medaglie al petto. Colonnello.
Segre 7,5 – A metà secondo tempo deve fare il cambio gomme perchè sono consumate a forza di correre. Fa anche il cambio dell’olio e così arriva pimpante fino alla fine. Meccanico.
Ranocchia 7,5 – E se fosse questa la sua nuova dimensione? Mediano dai piedi buoni, batte i calci piazzati con sapienza. E pure difende. Ritrovato.
(dal 42′ s.t. Gomes) s.v.: Sono solo tre minuti più recupero ma giocati con giudizio. Ritardatario.
Verre 8 – Il voto è una media tra il 10 dello stratosferico primo tempo e il 6 di una ripresa spompata. Ma quando gioca, fa davvero stropicciare gli occhi. Illusionista.
(dal 16′ s.t. Vasic) 6 – Porta bene, entra lui e il Palermo raddoppia e chiude la gara. Però lui c’è. Amuleto.
Insigne 6 – Stavolta sembrava un po’… abbuttato, a tratti abbiamo rivisto il giocatore dello scorso anno. Ma la regola è la solita, quando si vince niente insufficienze. Reddito di cittadinanza.
(dal 27′ s.t. Di Mariano) 6 – L’avremmo messo in campo un po’ prima e a giudicare dalla rabbia con cui ha giocato avremmo avuto ragione. Immodesto (io).
Henry 6 – E’ un attaccante, dovrebbe segnare e non segna. Sarebbe una bocciatura ma stavolta è anche sfortunato perché stavolta ci è andato vicino tantissime volte. Macumba.
(dal 1′ s.t. Le Douaron) 6 – La regola vale anche per lui ma non è che si sia visto tantissimo. I mezzi ce li ha, il fine non si vede. Machiavellico.
Di Francesco 6 – Nel primo tempo si comporta da bravo giocatore e l’unico appunto è che spreca una palla gol favorevole. Nel secondo tempo si comporta da lottatore e ingaggia un duello con Mateju che gli costa l’ammonizione e la successiva sostituzione. Pugile.
(dal 16′ s.t. Lund) 6 – Anche lui, come Vasic porta fortuna al Palermo. Si divide la fascia sinistra con Ceccaroni e ha solo il tempo per divorarsi un gol alla fine. Affamato.
Dionisi 7 – Ha il coraggio di proseguire sulla strada tracciata dopo l’ultima sosta. Il Palermo risponde bene e con i suoi difensori maschera anche il problema del gol: la gente si diverte e lui può finalmente trascorrere almeno una settimana serena. Testardo.
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Fonte: StadioNews24
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