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Palermo, il primo giorno di Gyasi: tra l’equivoco del nome e le sgroppate sulla fascia

È stata la giornata di Gyasi. Il secondo volto nuovo del Palermo ha raggiunto i compagni nel ritiro in Valle d’Aosta, assaporando per la prima volta il nuovo clima rosanero: entusiasmo, determinazione e voglia di riscatto. Un’atmosfera che il ghanese, nato proprio a Palermo, ha respirato sin dalle prime ore del mattino.
La sua giornata è iniziata molto presto, con la partenza da Torino — dove aveva sostenuto le visite mediche — e l’arrivo a Saint-Vincent intorno alle 8, presso l’hotel Billia, quartier generale del club. Poco prima delle 10 è arrivata anche l’ufficialità del trasferimento: Gyasi si unisce al Palermo con la formula del prestito con obbligo di riscatto, dopo aver rinnovato con l’Empoli fino al 2027.
L’equivoco sul nome e la spiegazione
Curiosità nella comunicazione ufficiale del club: Gyasi è stato annunciato come “Emanuel”, con una sola “M”. Un dettaglio che ha sollevato qualche dubbio, dato che su Wikipedia, Transfermarkt e persino sul suo profilo Instagram il nome compare con due “M”. Nessun errore da parte del Palermo: la carta d’identità parla chiaro, il nome anagrafico è proprio Emanuel, senza doppia consonante.
Una storia che sarà chiarita nei prossimi giorni dallo stesso giocatore, quando interverrà in conferenza stampa da Chatillon. Secondo quanto trapelato, l’errore risalirebbe alla registrazione all’anagrafe: la madre avrebbe voluto chiamarlo Emmanuel, ma un refuso ha segnato il suo nome per sempre. Seguiranno approfondimenti diretti dallo stesso Gyasi.
Primi passi in campo
Il primo contatto con il campo di Chatillon è avvenuto nella seduta mattutina. Gyasi ha partecipato alla prima parte dell’allenamento insieme ai compagni, ricevendo un’accoglienza calorosa: Brunori in prima linea a scherzare con lui. Dopo qualche esercitazione tecnica a ritmo ridotto, ha svolto lavoro differenziato rispetto al resto della squadra, che nel frattempo ha intensificato i carichi con una partitella su tre quarti di campo.
Nel pomeriggio, invece, l’esterno ex Empoli è stato coinvolto per l’intera durata della seduta. L’allenamento si è aperto con esercizi di tecnica individuale, tra cui delle mini-sfide: la squadra di Gyasi è uscita sconfitta e, per tradizione di gruppo, ha ricevuto una punizione bonaria, una serie di ceffoni amichevoli sulla schiena, in segno di goliardia e coesione.
Sgroppate, intensità e prime prove tattiche
Nella partitella a metà campo, Gyasi è stato schierato largo a destra nel 3-4-2-1 della squadra in casacca gialla, accanto a compagni del calibro di Pohjanpalo, Brunori, Di Francesco e Ceccaroni. Tante accelerazioni lungo la fascia, il suo marchio di fabbrica, ma nessun guizzo decisivo: la sfida è terminata 0 – 0, proprio come tutte le partitelle disputate finora.
A chiudere una giornata intensa è stata la prima sessione di corsa aerobica del ritiro, effettuata da tutto il gruppo in serata. Gyasi si è distinto anche in questa fase, dimostrandosi tra i più brillanti dal punto di vista atletico: lo scatto e la resistenza sono tra le sue qualità più riconosciute. Accanto a lui, i ‘senatori’ del gruppo come Pohjanpalo, Brunori e Ceccaroni.
Verso l’amichevole e l’inserimento graduale
Giovedì 17 luglio, Gyasi indosserà per la prima volta la maglia del Palermo nell’amichevole contro la selezione locale valdostana, in programma al campo “Brunod”. Inzaghi gli concederà con ogni probabilità uno spezzone di gara, un primo assaggio in rosanero per cominciare a prendere confidenza con i nuovi meccanismi.
Il suo inserimento nel gruppo proseguirà gradualmente, ma le prime impressioni sono già positive: Gyasi ha risposto presente dal primo giorno, mostrando disponibilità, brillantezza e spirito di adattamento.
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Fonte: StadioNews24
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