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Palermo, le sconfitte come le ciliegie: una tira l’altra. Le pagelle ironiche di A&F

Si va a Castellammare di Stabia e a noi questi campi caldi del Sud non ci lasciano mai troppo sereni. Si gioca pure sul sintetico. Noi non sappiamo che differenza mai ci possa essere perché se uno se la spirugghia con i piedi gioca bene anche sul brecciolino. Però il Megadirettore ha detto che dobbiamo fare vedere che siamo competenti e così vi diamo questa informazione.
Pippo ha detto che serve la prova del nove ma a noi di punti ne basterebbero anche solo 3 con una bella vittoria in trasferta. Brunori gioca dal primo minuto e siccome i gol sono come le ciliegie siamo contenti e aspettiamo il bis. Per il resto tutto uguale con Segre al posto di Gomes comunque ancora in infermeria. C’è la conferma da titolare anche per il nostro difensore polacco ma siccome ogni volta per scriverlo dobbiamo fare copia e incolla abbiamo deciso di citarlo bene solo se segna.
Ci aspettiamo una partenza a razzo del Palermo ma la prima parata è di Joronen e quindi apriamo il mobile bar per controllare ci sia tutto l’occorrente. Piano piano il Palermo comincia a macinare metri e gioco e ci restituisce un minimo di serenità. Ma la partita resta troppo in bilico per i nostri gusti e la Juve Stabia è fastidiosa come le vespe sul mellone con il prosciutto crudo, durante i pranzi estivi.
I campani sono più vivi dei rosanero che passeggiano come zombi e sbagliano passaggi elementari. Non è un caso quindi che, sull’ennesimo scivolone dei difensori del Palermo, che hanno deciso di confermarci che il sintetico è una delle calamità più grandi dopo il cambiamento climatico, trovano il gol del vantaggio. E ci sembra sempre di rivedere le partite dello scorso anno. Ovviamente il Palermo non accenna mezza reazione e così il primo tempo si chiude in svantaggio.
Si rientra in un clima di disperazione che ci consiglia già di tirare fuori lo shaker e sciacquare i bicchieri. Bani resta negli spogliatoi e Inzaghi schiera Peda forse per sperare nel gol dell’ex. Entra anche Le Douaron per Brunori che nel disastro generale ci era sembrato comunque uno dei più vivi.
Scatta anche il momento di Vasic che prende il posto di Palumbo che già aveva rischiato il doppio giallo almeno tre volte. Però adesso ci viene complicato capire chi possa mai pareggiarla. E infatti restiamo in balia della Juve Stabia che sembra il Real Madrid al cospetto della Longobarda, senza neanche un Aristoteles cui appigliarsi.
Inzaghi fa la solita mossa alla Zenga e butta nella mischia anche Corona per il polacco di cui sapete il nome e quindi non vale la pena sforzarci noi. Arriva l’ultimo cambio con Diakité che rileva Pierozzi ma l’abulia del Palermo fa paura e francamente la sensazione è che ci voglia un esorcista più che un allenatore. Uno si aspetta che i rosanero chiudano nell’area la Juve Stabia e invece sono i campani a prendere una traversa su calcio d’angolo. Arriva anche l’espulsione di Ranocchia per una protesta totalmente inutile.
Facciamo davvero schifo in tutti i fondamentali, incluso il carattere, e infatti arriva il fischio finale senza che succeda nulla. Non pensavamo si potesse fare peggio che a Catanzaro e invece il Palermo ci sorprende, sfoderando la peggiore prestazione stagionale e perdendo meritatamente una partita che bisognava vincere per dare continuità alla vittoria contro il Pescara.
Non sappiamo davvero quali possano essere le soluzioni perché, per quello che abbiamo visto, non basterebbero 11 giocatori nuovi di zecca. Per il Palermo è davvero crisi nera e noi non vediamo luce e ci siamo anche abbastanza stufati perché non sappiamo più che scrivere e, se non fosse per il lauto compenso cui non vogliamo rinunciare, oltre al Palermo canteremmo anche al Megadirettore la famosa canzone di Alberto Sordi presentando il nostro “clean sheet”. Adesso c’è la sosta e forse è meglio così perché possiamo fare riposare il fegato, ormai marcio per le amarezze calcistiche.
Joronen 6 – Sul gol non può nulla perché viene letteralmente infilzato sul buco difensivo del Palermo e per il resto si mostra attento. Tordo intero.
Bereszynski 4,5 – Anche lui scivola spesso e non si capisce perché gli avversari invece no. In ogni caso, da uno della sua esperienza ci saremmo aspettati un approccio ben diverso, anche sotto l’aspetto caratteriale. Modesto.
(dal 26′ s.t. Corona) 5 – L’unica cosa che ci ricordiamo è che prende pure lui una ammonizione. Nervoso.
Bani 4,5 – È vero che il goal decisivo nasce da una clamorosa scivolata di Pierozzi, ma lui viene fatto fuori come un pivellino dall’attaccante di casa confermando le incertezze che avevano contraddistinto già la sua prestazione. Mezzo servizio.
(dal 1′ s.t. Peda) 5 – La Juve Stabia non pressa più di tanto nel secondo tempo perché ha ben chiaro che il Palermo non ha alcuna possibilità di segnare e così non deve impegnarsi più di tanto ma quando dovrebbe ci sembra comunque insicuro. Ex.
Ceccaroni 4 – Non è che debba difendere più di tanto ed allora non si capisce perché in fase offensiva è praticamente inesistente. Spento.
Pierozzi 3 – Dall’altare alla polvere in appena sette giorni. Decisivo contro il Pescara ed anche oggi con una scivolata da pattinaggio artistico. Skating.
(dal 31′ s.t. Diakité) 5,5 – Ci prova a dare un po’ di spinta con la sua corsa matta e disperata ma, al di là dei suoi noti limiti, tutto il resto della squadra è già da tempo sotto la doccia. Runner.
Segre 4,5 – Come spesso accaduto in questa stagione, non lesina mai corsa ed energie ma ci sembra fatica sprecata perché di fatto non incide mai in maniera irrilevante. Fumoso.
Ranocchia 2,5 – L’emblema della sua prestazione, già di per sé inguardabile, sono i due cartellini gialli che becca in pochi minuti per atteggiamenti inutilmente plateali e, per di più, a fronte di un arbitro che aveva già dato segno di essere abbastanza provocatorio e lui ci casca in pieno. Pollo.
Palumbo 4 – Dovrebbe inventare, creare superiorità, distribuire gioco, trascinare la squadra. Non fa nulla di tutto ciò limitandosi, per sua colpa o per scelta tattica, ad un lavoro di ricucitura e contenimento neanche troppo efficace. Smarrito.
(dal 17′ s.t. Vasic) 6 – Mezz’ora di corsa, grinta e determinazione in cui dimostra la voglia di non arrendersi, molto di più di tanti altri che sono stati in campo per tutta la gara. Apprezzabile.
Augello 4 – Non ne azzecca una ed è sintomatica della sua scarsa vena la punizione, calciata da ottima posizione, che abbatte il pane e frittata che stava mangiando la signora appollaiata sul balcone del palazzo dietro gli spalti. Affamatore.
Brunori 5 – Aveva cominciato bene con qualche bello spunto e provando a mettere paura agli avversari. Purtroppo dura poco e si adegua anche lui all’anonimato generale. Coerente.
(dal 17′ s.t. Le Douaron) 4,5 – Mezz’ora di nulla assoluto in cui riteniamo non abbia toccato un pallone. Inconsistente.
Pohjanpalo 4 – Palloni giocabili e da rendere pericolosi gliene arrivano pochi, ma è anche vero che non gli riescono neanche le cose più elementari. Frustrato.
Inzaghi 3 – Parliamoci chiaro, il Palermo è in caduta libera e non solo per i numeri già di per sé impietosi – tre sconfitte e quattro punti su 15 nelle ultime cinque gare e distanze già siderali dalla vetta – ma soprattutto perché ha smarrito quelle che avrebbero dovuto essere le sue migliori caratteristiche in termini di aggressività ed intensità di gioco. Ed ovviamente, e lui lo sa, il primo responsabile non può che essere l’allenatore e farebbe bene a ricordare come è finita sul Bounty. William Bligh.
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Fonte: StadioNews24
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