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Zauli: “A Palermo anni fantastici. Città unica, ho i brividi. Non sarei mai andato via”

“Sono felice di salutare i tifosi che mi hanno voluto veramente bene“. Inizia così l’intervista di Lamberto Zauli a “Torretta Café“, programma ufficiale rosanero. L’ex Palermo ha espresso le sue emozioni e, ovviamente, raccontato il suo passato.

Non ero più tornato da quando giocavo qui, a parte tre o quattro giorni in cui sono andato a trovare degli amici. Quando mi è stato proposto di arrivare mi sono vestito e son venuto”. Poi, le impressioni sul centro sportivo. “Io ho una passione sfrenata per il calcio e mettere piede in questo centro sportivo è grandioso, avrei fatto una partitella in quei campi. Mi emoziona”.

Sono stati tre anni fantastici, ho i brividi quando ne parlo – prosegue -. Io ho cominciato dalla strada come molti, lo step di Palermo è stato meraviglioso, ho giocato in una metropoli con Zamparini che ci ha trasmesso la possibilità di crescita. Ancora oggi ricordo con piacere, perché questa città mi ha fatto vivere cose che non ho più vissuto”.

“Ci allenavamo al Tenente Onorato e palermitani capiscono la differenza tra le strutture, ma si stava tra la gente. Si viveva di più la città”. Zauli ricorda l’arrivo in rosanero. “Io giocavo nel Vicenza e c’era un’amichevole a Bassano, dopo giocava il Palermo. Zamparini dopo un po’ dice a Rino Foschi: “Voglio Zauli” e da lì è partito tutto. Avevano le idee ben chiare e andavano dritti”.

Capitolo Guidolin. “Penso che sia stato fondamentale per la mia carriera, l’ho avuto anche prima da ragazzo. Lo stimo tantissimo perché mi ha fatto capire che il calcio non era più un gioco ma poteva diventare qualcosa di importante. Ero un po’ superficiale, da lì e grazie a lui ho fatto il salto di qualità. Dico sempre che mi hanno preso per i capelli, perché ho buttato anni”.

E il feeling con Brienza. “E’ stato la mia spalla, fortissimo e ci siamo tolti soddisfazioni. Veramente umile. Il mio infortunio? Ancora ne parlo col dottor Matracia che venne a soccorrermi mettendosi le mani nei capelli. Figurati cosa ho pensato, mi si spezzò la gamba completamente e l’indomani mi son tenuto la gente vicinissima a farmi regali. Da lì ho avuto un affetto incredibile per i tifosi nonostante non avessi fatto ancora niente”.

Spazio agli aneddoti. “Il primo anno di A. Quando un’intera città si abbona in una notte e tu sei in ritiro è speciale: ti fa capire che bisogna correre, le aspettative erano molte. Ci sono state tante belle cose e mi emoziona ancora parlarne perché ho vissuto qualcosa di straordinario”. E all’addio. “Quando arrivò Del Neri. Non sarei mai andato via, ma non ero più un bambino. Ci sta che lo stesso Zamparini facesse scelte diverse. In quel momento ci rimani male ma ci sta”.

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Fonte: StadioNews24

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Redazione

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